Onorevoli Colleghi! - A distanza di sessantadue anni dalla fine della seconda guerra mondiale e di sessantuno dall'avvento della Repubblica, dopo che sono stati sospesi nel 2002 gli effetti della XIII disposizione finale della Costituzione, con la fine dell'esilio per i discendenti maschi di Casa Savoia, appare necessario un gesto di riconciliazione all'interno del popolo italiano, metà del quale nel referendum istituzionale del 1946 si espresse a favore della permanenza dell'istituto monarchico.
      In buona sostanza occorre che l'Italia tutta si riconcili con la propria storia di Nazione, riconoscendo il passato nella sua complessità composta da luci e da ombre; e questo è il momento propizio, giacché, a distanza di sessant'anni dagli eventi, è quasi completamente sparita la generazione dei testimoni che hanno giudicato i fatti storici con la passione della cronaca, inserendovi i propri sentimenti di amore e di odio, mentre ora è possibile valutare con maggiore serenità quanto appartiene al popolo italiano.
      È con questo spirito che si prospetta la sepoltura al Pantheon - luogo a suo tempo prescelto dall'amministrazione comunale

 

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di Roma per la sepoltura dei sovrani - del terzo e del quarto Re d'Italia e delle loro consorti, tuttora sepolti in terra straniera e quindi esuli anche dopo la morte. Tale gesto di doverosa e umana pietà è anche il riconoscimento della storia e dell'identità della Nazione, giunta ad unità statuale attraverso Casa Savoia, ed è infine una prova dell'avvenuto e maturo consolidamento delle istituzioni repubblicane.
      L'approvazione della legge non comporterebbe oneri per la finanza pubblica, facendosene carico gli aventi causa dei defunti sovrani, con la partecipazione eventuale di altri soggetti, fra cui in particolare l'Istituto nazionale per la guardia d'onore alle reali tombe del Pantheon, ente di natura risorgimentale e combattentistica, sorto nel 1878 e tuttora deputato a funzioni di servizio di guardia alle tombe reali.
 

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